venerdì 31 dicembre 2010

Cartellate delle Feste.....di ordine, disordine e di buoni propositi..


Sul vecchio tavolo di legno scuro e lucido che spia  la strada dalla mia stanza, c'è un disordine colossale pieno di disegni e schizzi colorati, di matite, chine e colori. Mia madre ha timidamente sbirciato dalla porta e poi è corsa via seguita dall'immagine di me che navigavo serafica nel mio ordine disordine.  Nel disordine capita sempre che ci trovi qualcosa, qualcosa che magari t'eri dimenticata, qualcosa che ti fa sorridere come una vecchia pagina di diario di me ed M sedute al baretto della scuola al ritorno da un'oretta di così cara ribellione e libertà, la prima ora, si decideva cosa dire al prof di mate, zaini profumati del Ritratto di Dorian Gray scovato da A. nella sua vecchia e gracidante baracca a prezzo d'occasione con rilegatura finta pelle e decori in oro e un pantaloncino orribile ma così affascinante di chissà chi e di chissà quando .
Sul muro campeggiano i miei buoni propositi appiccicati con un pezzetto di scotch, ne ho messi in conto 10 mi sembrano un discreto numero e di discreta difficoltà...tra i buoni propositi ho glissato sull'ordine in stanza, le utopie non  contano.
Buonissimo nuovo anno a tutti ...


Cartellate delle Feste

Il nome lo prendono dalla sfoglia sottile come quella di carte impalpabili, quelle in cui ci si annotano dolci  ricordi e si conservano intatti nel tempo  



INGREDIENTI :

500 gr di farina
100 gr di olio
100gr di  liquore anice o vino bianco
1 arancia
1 mandarino
1 limone
cannella, chiodi di garofano

Lavorazione:

Disporre la farina a fontana sfumare nell olio la buccia grattugiata di un limone di un arancio e di un mandarino, quando l olio comincia a fumare è pronto ad essere versato nella fontana; versare anche l'anice e il succo di un'arancia di un mandarino e limone precedentemente spremuto.



Lavorare bene e fare la sfoglia sottile tagliare a losanghe con la rotella . Munirsi di santa pazienza prendere la striscia e con il pollice e l'indice a intervalli regolari  (3 cm l'iuna dall'altra) pinzarla con le due dita e poi avvolgerla a spirale come un merletto arrotolato e incollarla premendo con le due dita . Se nn si attacca, per via della farina, preparare una pastetta di acqua e farina come  collante. Poi vi potete divertire a creare  mille altreforme come fiorellini, stelline ecc.
Friggerli in abbondante olio e metterli su dello scottex in modo che si assorba l'olio in eccedenza.
PS lo zucchero nell impasto non l abbiamo messo in modo che le cartellate rimangano chiare altrimenti tendono a scurirsi una volta fritte


MIELATURA

miele,
zucchero,
cannella,
acqua e chiodi di garofano

In un pentolino non molto grande, mettere un cucchiaio di miele, uno di acqua, uno di zucchero e un cucchiaino di succo di limone (conviene che vi sistemiate prima le coppette con gli ingredienti per avere tutto a portata di mano). 



Portare il tutto in ebollizione e quando cominciano ad uscire le bollicine è pronto per la mielatura. mettere ad una, ad una  le cartellate, capovolgerle subito, poi tirarle fuori e adagiarle sul piatto di portata dove al centro avrete posto una bella arancia come guarnizione.Man mano che il liquido si consuma versare nuovamente  nel pentolino le stesse dosi elencate prima e continuare fino alla fine delle cartellate.
Decorare con confettini argentati e polvere di chiodi di garofano e cannella.
NB La mielatura viene fatta con queste piccole quantità per evitare sprechi e sovrabbondanza di miele.



un buon anno stellato e un pizzico disordinato ;)...



Con questa ricetta partecipo al contest del giardino dei sapori e dei colori :








scade l'1 gennaio!

sabato 25 dicembre 2010

Profumo di casetta d'arancia stregata.

E' un post veloce, veloce, prima che di sotto mi chiamino a squarciagola "Babetteeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!"
Giusto il tempo di spargere un pò di profumo qui e là, speziato e coccoloso, come un sacchetto di anice stellato.






Ognuno a Natale, nella famiglia di Babette, ha suoi precisi compiti da svolgere:

1.Mia MADRE, alla cucina con in mano il timone e una buona dose di coraggio, per tener testa ad una ventina di parenti;

2. Mio PADRE che si dilegua in minoranza, con un sorriso affascinante e occhietti da cerbiatto, mentre quatto quatto oltrepassa la porta;

3. Mia SORELLA,  sfarfalleggia in maniera principesca, trotterellando di qui e di là, apparecchaindo  deliziosamente la grande tavola;

4. ARI si deprime sconsolato nella sua cuccia e alza il musetto solo per un tocco di mozzarella;


5. IO ogni tanto mi assento, come adesso, con fulminea maestria ma ho il compito di pensare agli antipasti e alla casetta stregata;


PREPARAZIONE DI UNA CASETTA D'ARANCIA STREGATA
DI TUTTO RISPETTO


Predere un'arancia bella grande, tagliare le due basi e cominciare a scavare piano senza rovinarla.
Poi incidere le pareti, creando porte e finestre, sulla parte scelta come tetto scavare un piccolo foro che funga da comignolo.




Accendervi una piccola candela all'interno e chiudere con il tetto stabilito. Sul piattino ci metto sempre un pò di ancie stellato e cannella sbriciolata.



Buonissimo profumo d'arancia stregata a tutti!

mercoledì 22 dicembre 2010

...Auguri di un buonissimo e dolcissimo Natale...

Alle 7:00 ero già in piedi, bella pronta, da bravo marinaio, con i miei piccoli e cari arnesi per l'appuntamento al piccolo porto con T., si usciva a pescare.
Ma il mare ha regole sue e non puoi decidere tu quando uscire, perchè se il mare è grosso e il cielo è pensieroso, capisci che ti tocca aspettare.
Le onde battono sui frangiflutti del porto e gli schizzi oltrepassano il muro, il molo è schiumoso e bagnato.
Si sente lo iodio che ti entra dentro come una carezza di acqua calda e profumata.


Ci guardiamo sbuffando perchè non è tempo di mare.
Ho il mio secchio con le togne in mano, lo libero mentre percorro la passeggiata e scendo piano sugli scogli, coperti da piccoli ciottoli bianchi e vetri colorati.
Il mare fischia e mormora il suo fastidio, io faccio finta di non sentirlo e con calma cerco tra i sassi bianchi, forme e colori.


Cosa puoi farci con dei ciottoli rotti ?
Puoi stare a guardarli oppure puoi raccoglierli e farci qualcos'altro.
Puoi renderli partecipi del cambiamento.
Torno a casa mentre Ari mi accoglie festoso e scodinzolante, con il suo pupazzo in bocca.
Il paese ancora dormicchia sotto un cielo grigio e sonnecchioso.
Accendo il fornello e metto su la moca per il caffè.
Intanto vicino al camino, libero la mensola e comincio a sistemare le pietre più grandi, poi le piccole pietruzze, poi qualche conchiglia, bottino di pesca in apnea,


poi sistemo i vetri colorati.


Bevo il mio caffè caldo, scegliendo le statuine a cui sono più legata,


lasciando qui e là qualche piccola sorpresa ai viandanti, come una natività messicana.


Così, dopo aver cincischiato un pochetto, ho terminato il mio compito natalizio del piccolo presepe.
Un buon Natale a tutti voi che profumi di mare e di dolci pensieri.

lunedì 20 dicembre 2010

Pollo in salsa di mirtilli...nottetempo..

Poche ore prima che arrivasse l'alba ho aperto gli occhi e il mio piccolo e colorato letto, in ferro battuto verde sedano, ha cigolato come suo solito sotto il peso dei miei pensieri. Ho acceso l' abat-jour con gesto metodico, di chi cerca risposte nelle stelle appese del suo soffitto.
Fa freddo e c'è silenzio.
Apro allungandomi  con le braccia le imposte di legno bianche e noto piccole gocce di cristallo che stillano dal vetro come lacrime di pioggia. Metto sulle spalle il grande scialle di lana rosso che mi ha regalato A. per Natale, "se un giorno avessi freddo..", mi trascino fino al salone, coprendomi bene, con in mano il lapis e il mio taccuino di pelle nera. Apro la porta bianca badando di non fare troppo rumore per non svegliare Ari, il mio cane pezzato sempre attento a ciò che mi succede.
Una folata di scirocco caldo accoglie il mio ingresso nella notte  Mi siedo sul primo scalino. sotto al grande arco, guardo il cielo, qualche stella mi fa l'occhiolino, mi ha scorto e sa che ci sono. Mi ha aspettato a lungo, pensava che non facessi in tempo.
Sulla destra della mia casa, dal portico si può vedere il pennacchio storto del grande pino, su cui di tanto in tanto si posa una vecchia civetta. Dico vecchia, perchè ricordo il suo canto dai tempi del liceo. Dò una rapida occhiata alla  punta del pino illuminata da una luna enorme e bianca che in silenzia fa luce sul mio grembo, stanotte Priscilla è in giro.E' così che l'ho chiamata.
Apro il taccuino e faccio qualche schizzo. Aspetto l'alba. La punta del lapis scivola leggera sulla carta bianca probabilmente per via dello scirocco. Mi sdraio, una leggera brezza mi accarezza le guance, allungo la mano e rubo delle perle nere dal manto stellato. Le stringo nella mano destra e le lascio scivolare con un gesto veloce e sicuro, le guardo brillare, mentre rotolano sul pavimento rosso mattone.
Da brava fattucchiera cerco di interpretarne i segni ed i motivi.
Mai sentita un'aria così calda in pieno inverno. 
Il pavimento è umido, ma non ha piovuto.
Qualche stella probabilmente ha pianto.
Le sorrido e la rassicuro.
Domani ci rivedremo.
E conteremo insieme quanti minuti ci dividono dall'alba.




INGREDIENTI:

300 gr di pollo a pezzi,
100gr di mirtilli freschi,
1 porro,
1 cucchiaio di farina,
olio evo,
2 cucchiai di zucchero di canna ,
2 cucchiai di aceto balsamico,
2 cucchiaini di semi di sesamo tostati ,
1 tazza di vino vecchio,
2 tazze di brodo vegetale.

Far soffriggere in padella un filo di olio con metà porro tagliato finemente poi versare i  semi di sesamo tostati sulla bistecchiera per qualche minuto. Mettere i pezzi di pollo e farli rosolare da ambo i lati, spruzzando un pò di vino vecchio di tanto in tanto. Quando ha preso colore mettere un pò di mirtilli e lasciarli cucinare con la tazza  di brodo caldo e coprire.


Togliere i pezzi di pollo e metterli da parte in un piatto, aggiungere in cottura mirtilli, lasciandone un mucchietto per guarnizione. Aggiungere i cucchiai di zucchero e aceto e stemperare con un pò di vino vecchio e il brodo rimasto.
Aggiungere poi un cucchiaio di farina e con il mestolo girare velocemente, in modo che la salsa si addensi.
Risistemare i pezzi di pollo e amalgamare il tutto. Servire con un pò di mirtilli freschi.


e sognare...

:)


Con questa ricetta partecipo al contest di Farina lievito e fantasia :Food blogger ai fornelli Ballarini nella 2° categoria Secondi con base di  carni bianche


venerdì 17 dicembre 2010

Risotto con riccioli di tartufo in zucca..

Adoro le zucche, gialle, verdi, rosse, riempiono la casa del loro colore e sanno metterti di buonumore. Se dovessi dire ci sono moolto affezionata. Qualche anno fa dovemmo anche risolvere un giallo nel nostro giardino, ci svegliammo un giorno e notammo per la prima volta una grande pianta di zucca dalle foglie a cuore e dai riccioli verde chiaro che faceva capolino oltre il muretto divisorio. Era bellissima, verde lucente, con zucche di tutte le forme e colori, a fungo, allungata  e striata, bozzi bozzi, a due colori.  La pianta si allungava come una creatura magica e camminava indisturbata, scendeva le scale del nostro giardino scorazzando di qua e di là, accarezzata di tanto in tanto da qualche farfalla. Il fatto è che nessuno aveva piantato dei semi e mio padre risolse la questione dicendo che potevano essere molte le cause ma non si mise a esporle più approfonditamente. Io e mia madre, invece, cercavamo una soluzione plausibile al dilemma, lei era più propensa all'attività migratoria degli uccelli, che mangiando in volo ne lasciavano cadere qui e là qualche semino di giardino in giardino, io scartata la possibilità che fosse messa lì per il grande ballo e per raggiungere il mio principe azzurro ( ancora in latitanza ) mi convincevo sempre di più che qualche cosa di meravigliosamente fantastico doveva esserci sotto. Si trattava di qualche creatura magica, fuggita da chissà dove e nascosta nel mio giardino, doveva aver utilizzato tutte le sue forze per far crescere la pianta di zucca che si sarebbe poi trasformata in castello per poi diventare carrozza e fuggire di nuovo via spinta dal vento. Ma nonostante la mia caparbietà e pazienza passata nel freddo autunnale a darci un occhio, mi arrovellavo ma niente nessun  movimento sospetto. Fu A. a trovare la soluzione e ci stupì tutti, visto che lo fece con una scrollatina di spalle e un sorrisetto fugace. Il punto in cui la pianta di zucca era nata era lo stesso in cui buttavo il mangime che non serviva di Tippy, il mio criceto bianco dagli occhi furbetti, viaggiatore modello di trenitalia. Probabilmente disse A. aggiustandosi gli occhiali, qualche seme era ancora buono e ne aveva approfittato per crescere. Per tutto l'inverno in casa avevamo cesti di zucche ornamentali bellissime e sorridevo al pensiero che nel mio giardino avevo piantato inconsapevolmente dei semi di zucca magici e chi l'avrebbe mai detto che Tippy era un bianchissimo e dolcissimo emissario di fantasia che agiva fischiettando sotto mentite spoglie? ;)




RISOTTO CON RICCIOLI DI TARTUFO IN ZUCCA

Ingredienti

200 gr di riso,
metà cipolla,
1 tazzina di prosecco,
2 cucchiaini di semi di papavero,
polpa di zucca a pezzetti,
metà carota,
sedano,
2 foglie di alloro,
1 tazza di brodo vegetale,
un cucchiaino di pinoli, 
un cucchiaio di piselli verdi fini, 
prezzemolo,
qualche goccia di lime,
sale qb,
olio evo,
per decorare:
metà zucca svuotata,
burro,
qualche ricciolo di tartufo per decorare.


Scegliete una zucca da poter utilizzare se molto grande come piatto da portata o se più piccola  come nel mio caso da piattino. Aiutatevi con lo scavino a togliere la polpa di zucca che utilizzerete poi nel risotto. Tagliate a cubetti e fate insaporire in padella dopo aver fatto rosolare la cipolla tagliata fine e la carota tagliata a tocchetti piccini piccini. Quando vedete che si asciuga e si sta per attaccare versate la tazzina di vino e continuate con i piselli verdi , qualche pezzetto di sedano. aggiungete il riso coprite e abbassate il fuoco. Quando si sarà asciugato aggiungete il brodo vegetale ben caldo.


Nel frattempo riscaldate la bistecchiera e con un pennello passate il burro all'interno della zucca che avrete ben lavato e asciugato. Se avete il forno a microonde basterà farla cuocere per 3 minuti al massimo, altrimenti potrete farla passare in forno per 15 minuti renderà croccanti le pareti interne.
Tostate i pinoli nella bistecchiera e uniteli poi al risotto con un pò di semi di papavero e qualche goccia di lime.
Riempite la vostra magica zucca e facendo attenzione passate il tartufo dai dentini aguzzi della grattugia che rilascerà qualche bellissimo ricciolo profumato e un pò di pepe. Rimettete in forno per 10 minuti  a fuoco basso in 2° posizione.


Servite caldo caldo...

mercoledì 8 dicembre 2010

Patate al forno con pesto e caciotta dolce.....i colori del Natale...

Sono cresciuta in un paese di mare e qui mi ritrovo dopo un pò di anni.
La marina nell'autunno si addormenta, silenziosa e schiva, riprende il suo letargo. Chiude gli occhi per il lungo inverno e a parte qualche tedesco che gironzola frastornato, si sente sul lungomare solo il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e il vociare dei pescatori che scendono a terra dalle loro piccole barche al tramonto con i secchi e le loro canne cariche di pensieri.
Ho sempre pensato che il Natale riservasse dei colori speciali per ogni persona nei diversi momenti della propria vita. Da piccola il mio Natale si tingeva di  azzurro, azzurro come l'acqua di mare, che a trenta metri dalla riva sembrava entrarti dentro casa, azzurro come la lana che tesseva mia nonna A. piegata davanti al camino,  mentre con gli occhi umidi di ricordi mi raccontava antiche storie e leggende, azzurro  come il piatto di limoge con gli antipasti di mozzarelle a stelline che come una magia apparivano per la vigilia.
D'inverno ero solita, al pomeriggio dopo i compiti, sdraiarmi sull'orlo dello stagno, tutta imbacuccata con Matisse la mia gatta nera a guardia della mia incolumità, accoccolata a farmi le fusa sulla pancia. Era il tempo in cui delle rane erano venute solitarie ad abitarvi e ogni tanto si sentivano gracidare nonostante fosse tempo di letargo. Me ne stavo lì per un bel pò con gli occhi aperti scrutando il cielo immenso. E ogni volta mi stupivo di quante forme potesse avere una nuvola coperta di azzurro, ora un grande stivale, poi una quercia, una casetta con due bambini.
Osservavo i piccoli greggi che placidi segnavano la pioggia all'indomani e rimanevo incantata a sognare, accarezzando di tanto in tanto la mia bella gatta, finchè mia nonna ad un certo punto sbucava dall'uscio della nostra piccola casa bianca come il latte e inoltratasi sul viale mi chiamava a gran voce. Di corsa prendevo in braccio Matisse e  la seguivo verso casa. Ricordo il suo viso dolce, con le gote tonde e rosse, nascoste dietro il fazzoletto scuro, la sua postura curva e gracile come le campanule bianche all'imbrunire, la sua mano ossuta che teneva la mia, mentre sorridenti cercavamo delizie di patate da gustare vicino al camino.
Lo scoppiettio dei tizzoni ardenti segnavano quei minuti come importante rituale, poi come una chiromante toglieva dalla cenere calda le patate lasciate a cuocere lente e con un soffio toglieva via la cenere rimasta. Le sbucciava piano, perchè avevamo tutto il tempo del mondo, come se non scottassero neanche, eppure ricordo ancora il fumo fluire lento in controluce tra le sue mani. Mi raccontava della vecchia petroliera affondata durante la guerra e dell'angelo caduto, del Natale del 1943 e del mare senza fondo, poi me ne rompeva un pezzo e me lo porgeva come dorata pepita.
 Sdraiata sulla grande poltrona di vimini con le mie scarpette rosse sul camino, saggiavo concentrata quella delizia e le facevo domande e ne seguivo i lenti gesti. Matisse continuava a far fusa e fuori dalla finestra di legno potevo ammirare quel manto azzurro che si preparava a vestirsi di stelle. Si, questo è il colore del mio Natale.





PATATE AL FORNO CON PESTO E CACIOTTA DOLCE

Ingredienti:

4 grandi patate a pasta morbida
50 gr burro
10 gr di pesto genovese 
50 gr. di caciotta dolce




Prendete le patate e pulitele bene sotto il getto d'acqua aiutandovi con uno spazzolino . Poi ponetele su carta oleata per circa 40 minuti a temperatura 180° , spennellate di burro e versate nella teglia un pò d'acqua.



Quando vedete che la pasta è abbastanza morbida e la forchetta non fa resistenza, cacciatele dal forno e con un coltello segnate una croce e accennate a sbucciarle con delicatezza. Con un cucchiaino cominciate a scavare al centro fino a creare una conchetta.




Mettete a sciogliere il burro rimasto e spennellatele bene anche all'interno della conca, poi aggiungete il pesto alla genovese e pezzetti di caciotta. Infornate a 180°, dopo 15 minuti sfornate e servite ben calde.




...che sia una buonissima notte stellata....

domenica 5 dicembre 2010

Patè di pomodori secchi e mentuccia .. questioni di responsabilità

Scrivo seduta a pochi passi dal camino mentre la grande bocca di mattoni rossi sbuffa il calore e qualche stellina, fuori fa un freddo micidiale, di quello che passa dalle trame dei vestiti che ti si attacca addosso, mentre ti congela le ossa e il sangue. Chiudo gli occhi. mi godo un pò di pace, la casa come una vecchia creatura è tornata a riposarsi, il chiacchericcio e il rumore di bicchieri e posate del pranzo stra-mega-familiare è per fortuna solo un ricordo.. ci si rilassa...se proprio devo dirla tutta sono scappata come un topolino in fuga, perchè alle 14 andavo con T a pescare. Chiudere gli occhi e osservare il sole che placidamente prende commiato dal piccolo porto è uno spettacolo meraviglioso..quando sei lì in mezzo e senti l'onda che risacca sulla carena della barca ti chiedi se forse i tuoi dubbi, i tuoi mille problemi o interrogativi non sono che piccole briciole di vie di fuga, piccole dosi di idiozia...ho i miei libri sulla tavola che mi guardano corrucciati per non essere stati aperti per tutta la giornata, un grande interrogativo su quello che farò della mia vita, come sarà, che colori avrà..quattro aironi bianchi sorvolano la mia testa e virano a pelo d'acqua ..respiro aria di mare e vecchie leggende... sul molo un mastodontico cane bianco dal pelo umidiccio e bianco si lascia accarezzare, cerco nel mio zainetto rosso il fondo della  scatola di Atene, prendo un biscotto  e gli e lo porgo, con delicatezza me lo sfila dalle mani ne mangia un pezzo e corre oltre il muretto con il biscotto ancora in bocca, sparendo dalla mia vista. Con T racimoliamo le ultime cose e salutiamo il guardiano, oltrepasso la catena di ferro che chiude il porto al passaggio dei mezzi vedo il grande cane bianco seduto assieme ad un altro minuscolo e pacioccoso, mentre amorevole lo lecca e  lo riscalda. Svuoto la mia scatola di biscotti mentre il cucciolo bofonchia divertito un mezzo ululato...L'amore è nelle piccole cose, un cane che divide il suo bottino con il cucciolo suo amico, la vista del sole che tramonta e di due aironi che giocano sull'acqua, ...apro il mio libro ne annuso le pagine come un'intenditrice..ha l'odore giusto: profuma di avventura.

PATE' DI POMODORI SECCHI E MENTUCCIA


Ingredienti:

100gr di pomodori secchi
3 cucchiai d'olio evo
50 gr. di pinoli tostati
1 spicchio d'aglio
1 pò di mentuccia secca
qualche cappero


Prendete i pomodori secchi conditeli con tutti gli ingredienti e frullate ! Ricetta lampo!
I pomodori secchi che ho usato erano chiaramente biologici e avendoli fatti in casa non rimanevano per nulla salati, se li comprate già secchi lavateli più volte  in modo che si tolga tutto il sale.



 Potete utilizzare anche quelli che si trovano in commercio già confezionati, scolandoli dell'olio in eccesso. Il patè è una delizia!


PS: con questa ricetta partecipo al contest di Che Gusto Sa? "in tutte le salse" che scade l'8 Gennaio








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