sabato 29 gennaio 2011

Lune ripiene di marmellata ai frutti di bosco e mele ...che sorridono..

La luna da qui a volte mi tocca immaginarla..giù invece prende metà cielo, illumina tutto, come una grandissima lanterna magica di meraviglie e sogni che risplende sopra un mantello di raso blu d'oltremare. Tra un palazzo  e l'altro posso ancora vedere Orione e sentirmi un pò meno sperduta,ci sono piccoli particolari che a volte ti vengono in soccorso, funzionano come piccole bussole, piccoli segni o impronte con cui sentirsi un pò più sicuri, ritrovare la propria strada o avere più coraggio nel perseguirla. Ieri pioveva a dirotto e veloce, mi sono riparata in Feltrinelli, in libreria potrei starci ore, ci perdo giornate, mi siedo sulle morbide poltrone sfogliando libri dalle fragranze diverse o bevendo caldi espressini ( marocchni pardon )ogni tanto osservo le persone che in silenzio si spostano di scaffale in scaffale. Una bambina stretta alla mamma aveva i lacrimoni perchè alla bambola era caduto un occhio bottone, caduto sotto lo scaffale in una fessura, ho mollato il libro e ho cercato di recuperare il bottone assieme alla madre, ma niente ci si era incastrato, la bimba ripeteva che come faceva adesso che non ci vedeva più, a lacrimoni per quel dolore così triste. Così sia io che sua madre abbiamo cercato di rincuorarla, dicendo che ora che sarebbe rientrata a casa la mamma avrebbe sistemato tutto, la bimba tirando su col naso scuoteva il capo come chi non riusciva proprio a farsi capire, occhi gonfi e tristi .. vediamo avvicinarsi un  signore, penso un artista, vestito di abiti leggeri rispetto al freddo intenso, sorride, si accovaccia e strappa un foglio dal suo album, un disegno a matita con una grande luna sorridente e un paesaggio innevato di pattinatori sul ghiaccio contenti e civette svolazzanti. Lo porge alla bambina sorridendo e in un italiano un pò stentato, le dice di non piangere che la bambola ora le sta facendo l'occhiolino, perchè voleva farla divertire. Li mima un sorriso.La bimba lo guarda esterefatta, io sorrido, poi guarda la bambola e il disegno, gli occhi un pò meno rossi e ridendo " E vero mamma guarda sta facendo l'occhiolino, lo vedi?".

LUNE DI MARMELLATA AI FRUTTI DI BOSCO E MELE



250gr di farina00
2 cucchiai di zucchero
80 di burro
1/2 tazz di latte
1 uovo

per il ripieno :
marmellata ai frutti di bosco
mele tagliate a fette sottilissime
cannella
anice

Sistemare  tutto in una terrina e cominciare a lavorare l'impasto,più si lavora più è fragrante, ho messo solo 1 uovo, senza lievito . Stendere una sfoglia sottile e ricavare dei dischi , dove sistemarci il ripieno.



Chiudere le lune riempendole con le fette di mele e cannella e anice e pizzicare bene le estremità in modo che nn si aprano nella cottura, poi spennellarle con albume sbattuto, sistemarle su carta da forno e infornare a 180°  per 15 minuti circa


spolverate di zucchero a velo e che la luna vi sorrida sempre facendovi l'occhiolino...

lunedì 24 gennaio 2011

Rape stufate con pane fritto ...nostalgia

Fuori fa un freddo maledetto, anche Clarissa la civetta si è rintanata al caldo, con la tazza di Jasmine fumante in mano mi sono sporta dal portico ma niente, non se ne vede traccia. Altre volte a  quest'ora, li potevi scorgere i suoi occhi aperti come fanali dal grande albero, piccoletta come un batuffolo e dal canto triste come chi si porta addosso la malinconia di chi è in terra straniera. Domani avrò la valigia in mano, piena zeppa di pensieri e insicurezze, guarderò i grandi ulivi scaraventarsi dietro ancorati alla loro terra rossa e mi parrà vedere dalle loro chiome l'argento di qualche lacrima, stillata al riverbero di una luce che riflettendo sul bianco delle case riluce e ti costringere a chiudere le palpebre per abituarti al chiarore.
Ari sente odore di partenze, annusa melanconico le ruote della mia valigia e depresso si nasconde sotto il mio tavolo da studio tra il letto, la stufa e la finestra. Gli faccio una carezza, sbuffa quasi offeso.
Ho le farfalle nello stomaco, che impazzite sbattono le ali, cercano un'apertura, una via di fuga..le tengo dentro, in silenzio. Preparo la mia valigia, cercando di far ordine nei miei pensieri .




RAPE STUFATE CON PANE FRITTO

Ingredienti:

300 gr. di rape lesse
100 gr. di frisa ( pane biscottato tipico del Meridione) 
olio evo
aglio
peperoncino
alloro

Preparare un soffritto di aglio e peroncino, versare la frisa spezzata grossolanamente (senza bagnarla) e far soffriggere il pane velocemente, aggiungendo la foglia di alloro finchè non si dora, rimestando bene aiutandosi con il cucchiaio di legno.




Nel frattempo in un'altra pentola preparare il soffritto e passare le rape lesse in padella con olio extra vergine aglio e alloro girarle bene e all'ultimo aggiungere il pane soffritto e rimestare servire caldo caldo.


Usare il coppapasta per dare la forma o se si vuole si può versare semplicemente nel piatto e guarnire con un piccolo peperoncino, scampato magari al duro freddo invernale e godersi questo piatto unico, delizioso, cercando di far pace con il proprio cane depresso per la tua partenza, magari allungandogli da sotto il tavolo un pezzetto di frisa soffritta!


Con questa ricetta partecipo al contest  Piatti Unici di Burro e miele:




 partecipo anche al contest di vaniglia zenzero e cannella:







giovedì 20 gennaio 2011

Riso al pesto e lime ..colorate scadenze

Sono tornata da poco ho ancora il rumore della città addosso, quello che ti sveglia con tumptum  vsssssspapaCHEèahhhhh rapataOKKhiiiitum tantocCIAAAtocvssss o qualcosa del genere ... a dire il vero me ne ero davvero scordata del chiasso, dei rumori frenetici e metallici, dell'aria un pò appesantita, dei parcheggi creativi ...nella grande città si cammina con colorate scadenze, se ne sente il profumo e se ne saggia il peso camminando per strada o salendo veloci e in maniera rocambolesca sul 38 in corsa.. Le scadenze si colorano di più quando c è di mezzo un evento importante, allora senti i tuoi che ti chiamano esagitati per fare il biglietto, le tue cugine che ti chiamano pure loro agitatissime a scadenza di minuti... i libri sembrano pesanti da sfogliare come macigni e le giornate davvero troppo corte, che non basta il tempo e tocca ancora scrivere, e poi la sospensione in biblio per le tessere di dicembre, parole da macinare che abbiano un senso corretto sul foglio bianco, parlare con il tipografo e i relatori... così per strappare un sorriso tardouniversitario  ho fatto questa ricetta per un'amica con un pescetto tutto arancio e una barchetta colorata che alla scadenza ci fa una pernacchia  ....

RISO AL PESTO E LIME


Ingredienti :

300 gr di riso parboiled
3 cucchiai di pesto alla genovese
1 buccia di lime
1 pezzetto di carota
succo di limone o lime
pepe nero
olio evo
sale qb

Lessare il riso con un goccio di olio evo nel frattempo sistemare i cucchiai di pesto genovese in una terrina e stemperarli con l'acqua di cottura del riso. Sistemare il riso una volta scolato e aggiungere il succo di limone  e la buccia grattugiata . Mescolare bene, in modo che tutto sia omogeneo  e servire ..


Gustare con un'amica e sorridere di cuore perchè ci si può riuscire :)

lunedì 10 gennaio 2011

Fettina di vitello in salsa di arance e cioccolato..notti di cioccolato


Da piccola pensavo che la notte fosse fatta di cioccolato e la luna un piccolo biscotto di pandizenzero fatato. Pensavo: alle creature notturne, da sempre per me così affascinanti, che saltellavano da una stellina ad un'altra fatta di cristalli di zucchero per poi  plananare verso le fronde degli alberi scuri di notte, raccogliendo fiori iridescenti che apparivano timidi alla flebile luce lunare ed emanavano meravigliose fragranze, alle arance che in un soffio diventavano veloci carrozze e ai soffioni fragili e candide mongolfiere..è così che nottetempo ho pensato a questa ricetta...

 VITELLO IN SALSA DI ARANCE E CIOCCOLATO


INGREDIENTI

4 fettine sottili di vitello ( taglio poco più spesso degli straccetti)
le bucce di due arance biologiche;
succo di arancia qb,
1 c.no di zucchero grezzo di canna,
1c.no di aceto di pere ( altrimenti di mele),
1c.no di cannella,
1 tazzina di vino bianco vecchio,
3-4 capperi piccoli,
cipolla bianca,
pangrattato,
prezzemolo,
cioccolato fondente 70%
olio evo,
sale qb.

Prendere le fettine di vitello e lasciarle insaporire per un pò in un bagno di vino vecchio  ( o fruttato) e alloro, in modo che sostituisca l'uovo. Nel frattempo prendere le arance e aiutandosi con una grattugia recuperare i riccioli di buccia da far saltare in padella con metà cipolla bianca tagliata sottile e un pizzico di cannella. Quando stanno "strepitando", dopo pochi secondi, versare metà tazzina di vino vecchio e far continuare la cottura, una volta asciugata aggiungere il cucchiaino di zucchero di canna e nello stesso punto in cui l'abbiamo versato aggiungere l'aceto di pere e girare bene il tutto, allungare con il vino rimasto.


Prendere le fettine e passatele poi velocemente in un piattino in cui avrete sistemato pangrattato e prezzemolo triturato, far rosolare quindi in padella con olio extra vergine d'oliva. Sistemare nel piatto, arrotolate su sè stesse a mò di cartoccio. Riprendere la salsa aggiungerci un pizzico di maizena ma solo un pizzico e girare; tagliare il cioccolato a cubetti piccini piccini e una volta spenta la fiamma incorporarlo ma non tutto, solo qualche cubetto e amalgamare.
Versare la salsina ottenuta nell'incavo dell'involtino di carne e sopra di essa con l'aggiunta di qalche ricciolo di buccia d'arancia cruda e di tocchetto di cioccolato fondente .


Il gusto è davvero ottimo ve l'assicuro, l'ho fatta assaggiare anche alla mamy avendo la sua più severa approvazione! Per chi volesse può aggiungerci un pò di capperi.

Come promesso Laura, partecipo al contest Cioccolato che passione nato dalla collaborazione di Blog di Cucina e Fratelli Gardiui !Non ho ben capito se è scaduto o meno, cmq mi sono davvero divertita un mondo  ;)


 partecipo anche al contest di Cinzia tutte ricette buonissime di agrumi!
ilricettariodicinzia

giovedì 6 gennaio 2011

Decotto di carrube e fichi secchi....o il segreto di zia M.

Ieri sera ho accompagnato mia zia M. (sorella di mia nonna) della bellezza di 98 anni a Teatro (fuori dal nostro paese) perchè recitava una poesia sul Natale che lei stessa aveva composto  "da giovinetta".  Eravamo tutti agitati: mio padre, nipote prediletto, stava macinando strada dall'areoporto al Teatro chè non sarebbe potuto mancare, mia madre si confrontava con G. il direttore per capire bene dove farla salire, mia zia F. doveva portare la nostra tenera e sottile attrice e tardava a venire, perchè zia M. aveva preferito cambiarsi d'abito e non trovava il cerchietto nero, per tenere a bada quei capelli argentati e corti, lisci spaghetto. Così arriva in ritardo seguita da un'affannata zia F. che prontamente la aiuta togliendole il fazzoletto che le preserva il capo dal freddo. Zia M. si avvicina piano con fermezza verso il palco, salutando fila per fila i presenti (anche quelli che non conosceva), fregandosene altamente dell'agitazione degli organizzatori che volevano cominciare al più presto . Le vado incontro tendendole la mano, mi chiede mentre camminiamo chi è il sindaco (che il prete,dice, si riconosce), così glielo indico e mi trascina e saluta in ordine prima il prete poi il sindaco, poi buona buona si siede ed io accanto a lei.
Così, nell'attesa apre un piccolissimo foglietto e velocemente ripassa le parole, io le dico " sei agitata?" e lei "Certo che no cara, prima di venire ho preso il decotto di carrube, è un segreto: se lo prendi la voce poi non ti trema. In queste occasioni e quando si ha un filino di mal di gola può essere davvero d'aiuto".
In effetti sul palco è stata fenomenale, la sua voce non ha tremato ed era bella squillante come quella di una ragazzetta, ha recitato la sua lunga poesia di quattro strofe...Non potevo non condividerla..certo è che le donne della mia famiglia hanno avuto da sempre una marcia in più ;)

DECOTTO DI FICHI SECCHI E CARRUBE



INGREDIENTI:

1 l di acqua,
2 arance,
6 carrube,
5 fichi secchi,
2 foglie di alloro,
cannella,
chiodi di garofano o anice stellato,
zucchero grezzo di canna o miele ( di entrambi veramente poco e se lo si desidera)

Se avete il camino potete farlo bollire in una pignata o qualcosa di simile perchè risulta ancora più buono, altrimenti potrete fare lo stesso in una pentola, per velocizzare io l'ho fatto nel secondo modo. Prendete un litro d'acqua e mettetelo sul fuoco, aggiungendo prima di tutto carrube a pezzi e fichi secchi, con le due metà di un'arancia spremuta grossolanamente e versata con tutta la buccia nell'acqua.



Poi aggiungete le foglie di alloro, la cannella e chiodi di garofano ( io li avevo finiti e ho usato l'anice stellato) continuate a far bollire, più bolle, più verrà denso e sarà più buono. Una volta che avrà assunto un colore ambrato, spegnete e versatelo nelle tazze aiutandovi con un colino in modo che le fibre e i semini non vi capitino. Anche se a dire il vero tendono a scendere sul fondo, perciò si potrebbe anche non usarlo . Il decotto per via delle carrube e dei fichi sarà già bello dolce, perciò potrete zuccherarlo davvero poco o affatto.


Aggiungere qualche goccia di limone prima di servire e..



gustare caldo caldo, mentre "Ci si allieta della cara presenza" come dice zia M.
 "delle proprie amiche".



martedì 4 gennaio 2011

Polpo con sedano e olive nere...di naviganti e di ricordi...

Sono uscita con T. a pescare, il mare era buono. Sui massi vicino al piccolo porto ci sono i cormorani e qualche gabbiano, silenziosi e austeri come creature di vedetta, a guardia dell'immaginario. Il mare è una tavola, puoi sentire il polpo che si avvicina e ti molla la lenza e qualche pesce che quatto quatto mordicchia l'esca e poi scappa via. Ho provato a fare qualche foto ma è difficile farne di  decenti con la barca in pieno movimento.
Il mare credo aiuti a pensare, non tanto per il fatto di distarre l'attenzione, quanto di convogliarla in un punto preciso.
Sto imparando a pescare, pescare con la lenza, perchè in apnea lo faccio già e me la cavo abbastanza. T dice che lo reggo maledettamente bene il mare.
Mia madre era un'ottima pescatrice di ricci e polpi, nostante il nonno fosse contrarissimo per la posizione della famiglia e perchè in qualche modo non pensava si addicesse a sua figlia. Dico che era un'ottima pescatrice, perchè ora non  ci va più.
La mia bisnonna era una vera e propria leggenda, almeno dai racconti che mi vengono all'orecchio. 


Lei era di ottima e benestante famiglia, ma con vezzi decretati e sprezzanti di amabile irrazionalità artistica che  la portavano a screzi alterni con il marito serioso e altero. La mia bisnonna G. si inoltrava in acqua, coperta dal lungo e ingombrante "vestito da bagno", con in bocca il coltello stretto tra i denti, poi placida si sedeva su uno scoglio a qualche metro dalla riva e cominciava a cercare tra gli incavi, solo con le mani. e con il coltello.
 Dopo pochi minuti, si rialzava tenendo a fagotto parte della gonna, dove aveva riposto il suo bottino di pesca, il necessario per una buonissima zuppa. Era una donna con una volontà forte come le pietre ed uno spirito leggero come l'aria.

Pesco e tiro su  lentamente, penso se qualcosa, da una generazione all'altra, sia stata lasciata anche a me, il briciolo di un ricordo, una piccola particella  di essenza.



POLPO CON SEDANO E OLIVE NERE

500 gr polpo 
2 liomoni
1 bella costa di sedano
metà tazza di olive nere
origano
olio evo
sale marino
pepe

Lessare il polpo con non molta acqua ( mamma di Babette docet: "il polpo si cucina con l'acqua sua stessa") e se non è molto grosso i miei erano mezzanetti potete lessarlo senza stare ad ammazzarvi a tagliarlo a pezzetti prima perchè dopo la cottura risulta bello tenero.


Arrivato a cottura (fate la prova con la forchetta) scolate, fate raffreddare  e tagliate a pezzetti, riponendoli in una coppa e aggiungendo le gustose olive nere. In una tazza bella capiente sminuzzate l'aglio poi un pò di origano l'olio evo e pezzettini di foglie di sedano. Andate ad aggiungere la costa di sedano tagliata a pezzi alla coppa con il polpo e le olive nere. Grattugiate la buccia di un limone e con l'altro ricavatevi delle fette a mezzaluna in modo da guarnire il piatto. Unire la tazza con il condimento e la buccia grattugiata e guarnire.


Ogni mezzaluna un ponte che colleghi un ricordo alla vita.

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