venerdì 31 dicembre 2010

Cartellate delle Feste.....di ordine, disordine e di buoni propositi..


Sul vecchio tavolo di legno scuro e lucido che spia  la strada dalla mia stanza, c'è un disordine colossale pieno di disegni e schizzi colorati, di matite, chine e colori. Mia madre ha timidamente sbirciato dalla porta e poi è corsa via seguita dall'immagine di me che navigavo serafica nel mio ordine disordine.  Nel disordine capita sempre che ci trovi qualcosa, qualcosa che magari t'eri dimenticata, qualcosa che ti fa sorridere come una vecchia pagina di diario di me ed M sedute al baretto della scuola al ritorno da un'oretta di così cara ribellione e libertà, la prima ora, si decideva cosa dire al prof di mate, zaini profumati del Ritratto di Dorian Gray scovato da A. nella sua vecchia e gracidante baracca a prezzo d'occasione con rilegatura finta pelle e decori in oro e un pantaloncino orribile ma così affascinante di chissà chi e di chissà quando .
Sul muro campeggiano i miei buoni propositi appiccicati con un pezzetto di scotch, ne ho messi in conto 10 mi sembrano un discreto numero e di discreta difficoltà...tra i buoni propositi ho glissato sull'ordine in stanza, le utopie non  contano.
Buonissimo nuovo anno a tutti ...


Cartellate delle Feste

Il nome lo prendono dalla sfoglia sottile come quella di carte impalpabili, quelle in cui ci si annotano dolci  ricordi e si conservano intatti nel tempo  



INGREDIENTI :

500 gr di farina
100 gr di olio
100gr di  liquore anice o vino bianco
1 arancia
1 mandarino
1 limone
cannella, chiodi di garofano

Lavorazione:

Disporre la farina a fontana sfumare nell olio la buccia grattugiata di un limone di un arancio e di un mandarino, quando l olio comincia a fumare è pronto ad essere versato nella fontana; versare anche l'anice e il succo di un'arancia di un mandarino e limone precedentemente spremuto.



Lavorare bene e fare la sfoglia sottile tagliare a losanghe con la rotella . Munirsi di santa pazienza prendere la striscia e con il pollice e l'indice a intervalli regolari  (3 cm l'iuna dall'altra) pinzarla con le due dita e poi avvolgerla a spirale come un merletto arrotolato e incollarla premendo con le due dita . Se nn si attacca, per via della farina, preparare una pastetta di acqua e farina come  collante. Poi vi potete divertire a creare  mille altreforme come fiorellini, stelline ecc.
Friggerli in abbondante olio e metterli su dello scottex in modo che si assorba l'olio in eccedenza.
PS lo zucchero nell impasto non l abbiamo messo in modo che le cartellate rimangano chiare altrimenti tendono a scurirsi una volta fritte


MIELATURA

miele,
zucchero,
cannella,
acqua e chiodi di garofano

In un pentolino non molto grande, mettere un cucchiaio di miele, uno di acqua, uno di zucchero e un cucchiaino di succo di limone (conviene che vi sistemiate prima le coppette con gli ingredienti per avere tutto a portata di mano). 



Portare il tutto in ebollizione e quando cominciano ad uscire le bollicine è pronto per la mielatura. mettere ad una, ad una  le cartellate, capovolgerle subito, poi tirarle fuori e adagiarle sul piatto di portata dove al centro avrete posto una bella arancia come guarnizione.Man mano che il liquido si consuma versare nuovamente  nel pentolino le stesse dosi elencate prima e continuare fino alla fine delle cartellate.
Decorare con confettini argentati e polvere di chiodi di garofano e cannella.
NB La mielatura viene fatta con queste piccole quantità per evitare sprechi e sovrabbondanza di miele.



un buon anno stellato e un pizzico disordinato ;)...



Con questa ricetta partecipo al contest del giardino dei sapori e dei colori :








scade l'1 gennaio!

sabato 25 dicembre 2010

Profumo di casetta d'arancia stregata.

E' un post veloce, veloce, prima che di sotto mi chiamino a squarciagola "Babetteeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!"
Giusto il tempo di spargere un pò di profumo qui e là, speziato e coccoloso, come un sacchetto di anice stellato.






Ognuno a Natale, nella famiglia di Babette, ha suoi precisi compiti da svolgere:

1.Mia MADRE, alla cucina con in mano il timone e una buona dose di coraggio, per tener testa ad una ventina di parenti;

2. Mio PADRE che si dilegua in minoranza, con un sorriso affascinante e occhietti da cerbiatto, mentre quatto quatto oltrepassa la porta;

3. Mia SORELLA,  sfarfalleggia in maniera principesca, trotterellando di qui e di là, apparecchaindo  deliziosamente la grande tavola;

4. ARI si deprime sconsolato nella sua cuccia e alza il musetto solo per un tocco di mozzarella;


5. IO ogni tanto mi assento, come adesso, con fulminea maestria ma ho il compito di pensare agli antipasti e alla casetta stregata;


PREPARAZIONE DI UNA CASETTA D'ARANCIA STREGATA
DI TUTTO RISPETTO


Predere un'arancia bella grande, tagliare le due basi e cominciare a scavare piano senza rovinarla.
Poi incidere le pareti, creando porte e finestre, sulla parte scelta come tetto scavare un piccolo foro che funga da comignolo.




Accendervi una piccola candela all'interno e chiudere con il tetto stabilito. Sul piattino ci metto sempre un pò di ancie stellato e cannella sbriciolata.



Buonissimo profumo d'arancia stregata a tutti!

mercoledì 22 dicembre 2010

...Auguri di un buonissimo e dolcissimo Natale...

Alle 7:00 ero già in piedi, bella pronta, da bravo marinaio, con i miei piccoli e cari arnesi per l'appuntamento al piccolo porto con T., si usciva a pescare.
Ma il mare ha regole sue e non puoi decidere tu quando uscire, perchè se il mare è grosso e il cielo è pensieroso, capisci che ti tocca aspettare.
Le onde battono sui frangiflutti del porto e gli schizzi oltrepassano il muro, il molo è schiumoso e bagnato.
Si sente lo iodio che ti entra dentro come una carezza di acqua calda e profumata.


Ci guardiamo sbuffando perchè non è tempo di mare.
Ho il mio secchio con le togne in mano, lo libero mentre percorro la passeggiata e scendo piano sugli scogli, coperti da piccoli ciottoli bianchi e vetri colorati.
Il mare fischia e mormora il suo fastidio, io faccio finta di non sentirlo e con calma cerco tra i sassi bianchi, forme e colori.


Cosa puoi farci con dei ciottoli rotti ?
Puoi stare a guardarli oppure puoi raccoglierli e farci qualcos'altro.
Puoi renderli partecipi del cambiamento.
Torno a casa mentre Ari mi accoglie festoso e scodinzolante, con il suo pupazzo in bocca.
Il paese ancora dormicchia sotto un cielo grigio e sonnecchioso.
Accendo il fornello e metto su la moca per il caffè.
Intanto vicino al camino, libero la mensola e comincio a sistemare le pietre più grandi, poi le piccole pietruzze, poi qualche conchiglia, bottino di pesca in apnea,


poi sistemo i vetri colorati.


Bevo il mio caffè caldo, scegliendo le statuine a cui sono più legata,


lasciando qui e là qualche piccola sorpresa ai viandanti, come una natività messicana.


Così, dopo aver cincischiato un pochetto, ho terminato il mio compito natalizio del piccolo presepe.
Un buon Natale a tutti voi che profumi di mare e di dolci pensieri.

lunedì 20 dicembre 2010

Pollo in salsa di mirtilli...nottetempo..

Poche ore prima che arrivasse l'alba ho aperto gli occhi e il mio piccolo e colorato letto, in ferro battuto verde sedano, ha cigolato come suo solito sotto il peso dei miei pensieri. Ho acceso l' abat-jour con gesto metodico, di chi cerca risposte nelle stelle appese del suo soffitto.
Fa freddo e c'è silenzio.
Apro allungandomi  con le braccia le imposte di legno bianche e noto piccole gocce di cristallo che stillano dal vetro come lacrime di pioggia. Metto sulle spalle il grande scialle di lana rosso che mi ha regalato A. per Natale, "se un giorno avessi freddo..", mi trascino fino al salone, coprendomi bene, con in mano il lapis e il mio taccuino di pelle nera. Apro la porta bianca badando di non fare troppo rumore per non svegliare Ari, il mio cane pezzato sempre attento a ciò che mi succede.
Una folata di scirocco caldo accoglie il mio ingresso nella notte  Mi siedo sul primo scalino. sotto al grande arco, guardo il cielo, qualche stella mi fa l'occhiolino, mi ha scorto e sa che ci sono. Mi ha aspettato a lungo, pensava che non facessi in tempo.
Sulla destra della mia casa, dal portico si può vedere il pennacchio storto del grande pino, su cui di tanto in tanto si posa una vecchia civetta. Dico vecchia, perchè ricordo il suo canto dai tempi del liceo. Dò una rapida occhiata alla  punta del pino illuminata da una luna enorme e bianca che in silenzia fa luce sul mio grembo, stanotte Priscilla è in giro.E' così che l'ho chiamata.
Apro il taccuino e faccio qualche schizzo. Aspetto l'alba. La punta del lapis scivola leggera sulla carta bianca probabilmente per via dello scirocco. Mi sdraio, una leggera brezza mi accarezza le guance, allungo la mano e rubo delle perle nere dal manto stellato. Le stringo nella mano destra e le lascio scivolare con un gesto veloce e sicuro, le guardo brillare, mentre rotolano sul pavimento rosso mattone.
Da brava fattucchiera cerco di interpretarne i segni ed i motivi.
Mai sentita un'aria così calda in pieno inverno. 
Il pavimento è umido, ma non ha piovuto.
Qualche stella probabilmente ha pianto.
Le sorrido e la rassicuro.
Domani ci rivedremo.
E conteremo insieme quanti minuti ci dividono dall'alba.




INGREDIENTI:

300 gr di pollo a pezzi,
100gr di mirtilli freschi,
1 porro,
1 cucchiaio di farina,
olio evo,
2 cucchiai di zucchero di canna ,
2 cucchiai di aceto balsamico,
2 cucchiaini di semi di sesamo tostati ,
1 tazza di vino vecchio,
2 tazze di brodo vegetale.

Far soffriggere in padella un filo di olio con metà porro tagliato finemente poi versare i  semi di sesamo tostati sulla bistecchiera per qualche minuto. Mettere i pezzi di pollo e farli rosolare da ambo i lati, spruzzando un pò di vino vecchio di tanto in tanto. Quando ha preso colore mettere un pò di mirtilli e lasciarli cucinare con la tazza  di brodo caldo e coprire.


Togliere i pezzi di pollo e metterli da parte in un piatto, aggiungere in cottura mirtilli, lasciandone un mucchietto per guarnizione. Aggiungere i cucchiai di zucchero e aceto e stemperare con un pò di vino vecchio e il brodo rimasto.
Aggiungere poi un cucchiaio di farina e con il mestolo girare velocemente, in modo che la salsa si addensi.
Risistemare i pezzi di pollo e amalgamare il tutto. Servire con un pò di mirtilli freschi.


e sognare...

:)


Con questa ricetta partecipo al contest di Farina lievito e fantasia :Food blogger ai fornelli Ballarini nella 2° categoria Secondi con base di  carni bianche


venerdì 17 dicembre 2010

Risotto con riccioli di tartufo in zucca..

Adoro le zucche, gialle, verdi, rosse, riempiono la casa del loro colore e sanno metterti di buonumore. Se dovessi dire ci sono moolto affezionata. Qualche anno fa dovemmo anche risolvere un giallo nel nostro giardino, ci svegliammo un giorno e notammo per la prima volta una grande pianta di zucca dalle foglie a cuore e dai riccioli verde chiaro che faceva capolino oltre il muretto divisorio. Era bellissima, verde lucente, con zucche di tutte le forme e colori, a fungo, allungata  e striata, bozzi bozzi, a due colori.  La pianta si allungava come una creatura magica e camminava indisturbata, scendeva le scale del nostro giardino scorazzando di qua e di là, accarezzata di tanto in tanto da qualche farfalla. Il fatto è che nessuno aveva piantato dei semi e mio padre risolse la questione dicendo che potevano essere molte le cause ma non si mise a esporle più approfonditamente. Io e mia madre, invece, cercavamo una soluzione plausibile al dilemma, lei era più propensa all'attività migratoria degli uccelli, che mangiando in volo ne lasciavano cadere qui e là qualche semino di giardino in giardino, io scartata la possibilità che fosse messa lì per il grande ballo e per raggiungere il mio principe azzurro ( ancora in latitanza ) mi convincevo sempre di più che qualche cosa di meravigliosamente fantastico doveva esserci sotto. Si trattava di qualche creatura magica, fuggita da chissà dove e nascosta nel mio giardino, doveva aver utilizzato tutte le sue forze per far crescere la pianta di zucca che si sarebbe poi trasformata in castello per poi diventare carrozza e fuggire di nuovo via spinta dal vento. Ma nonostante la mia caparbietà e pazienza passata nel freddo autunnale a darci un occhio, mi arrovellavo ma niente nessun  movimento sospetto. Fu A. a trovare la soluzione e ci stupì tutti, visto che lo fece con una scrollatina di spalle e un sorrisetto fugace. Il punto in cui la pianta di zucca era nata era lo stesso in cui buttavo il mangime che non serviva di Tippy, il mio criceto bianco dagli occhi furbetti, viaggiatore modello di trenitalia. Probabilmente disse A. aggiustandosi gli occhiali, qualche seme era ancora buono e ne aveva approfittato per crescere. Per tutto l'inverno in casa avevamo cesti di zucche ornamentali bellissime e sorridevo al pensiero che nel mio giardino avevo piantato inconsapevolmente dei semi di zucca magici e chi l'avrebbe mai detto che Tippy era un bianchissimo e dolcissimo emissario di fantasia che agiva fischiettando sotto mentite spoglie? ;)




RISOTTO CON RICCIOLI DI TARTUFO IN ZUCCA

Ingredienti

200 gr di riso,
metà cipolla,
1 tazzina di prosecco,
2 cucchiaini di semi di papavero,
polpa di zucca a pezzetti,
metà carota,
sedano,
2 foglie di alloro,
1 tazza di brodo vegetale,
un cucchiaino di pinoli, 
un cucchiaio di piselli verdi fini, 
prezzemolo,
qualche goccia di lime,
sale qb,
olio evo,
per decorare:
metà zucca svuotata,
burro,
qualche ricciolo di tartufo per decorare.


Scegliete una zucca da poter utilizzare se molto grande come piatto da portata o se più piccola  come nel mio caso da piattino. Aiutatevi con lo scavino a togliere la polpa di zucca che utilizzerete poi nel risotto. Tagliate a cubetti e fate insaporire in padella dopo aver fatto rosolare la cipolla tagliata fine e la carota tagliata a tocchetti piccini piccini. Quando vedete che si asciuga e si sta per attaccare versate la tazzina di vino e continuate con i piselli verdi , qualche pezzetto di sedano. aggiungete il riso coprite e abbassate il fuoco. Quando si sarà asciugato aggiungete il brodo vegetale ben caldo.


Nel frattempo riscaldate la bistecchiera e con un pennello passate il burro all'interno della zucca che avrete ben lavato e asciugato. Se avete il forno a microonde basterà farla cuocere per 3 minuti al massimo, altrimenti potrete farla passare in forno per 15 minuti renderà croccanti le pareti interne.
Tostate i pinoli nella bistecchiera e uniteli poi al risotto con un pò di semi di papavero e qualche goccia di lime.
Riempite la vostra magica zucca e facendo attenzione passate il tartufo dai dentini aguzzi della grattugia che rilascerà qualche bellissimo ricciolo profumato e un pò di pepe. Rimettete in forno per 10 minuti  a fuoco basso in 2° posizione.


Servite caldo caldo...

mercoledì 8 dicembre 2010

Patate al forno con pesto e caciotta dolce.....i colori del Natale...

Sono cresciuta in un paese di mare e qui mi ritrovo dopo un pò di anni.
La marina nell'autunno si addormenta, silenziosa e schiva, riprende il suo letargo. Chiude gli occhi per il lungo inverno e a parte qualche tedesco che gironzola frastornato, si sente sul lungomare solo il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e il vociare dei pescatori che scendono a terra dalle loro piccole barche al tramonto con i secchi e le loro canne cariche di pensieri.
Ho sempre pensato che il Natale riservasse dei colori speciali per ogni persona nei diversi momenti della propria vita. Da piccola il mio Natale si tingeva di  azzurro, azzurro come l'acqua di mare, che a trenta metri dalla riva sembrava entrarti dentro casa, azzurro come la lana che tesseva mia nonna A. piegata davanti al camino,  mentre con gli occhi umidi di ricordi mi raccontava antiche storie e leggende, azzurro  come il piatto di limoge con gli antipasti di mozzarelle a stelline che come una magia apparivano per la vigilia.
D'inverno ero solita, al pomeriggio dopo i compiti, sdraiarmi sull'orlo dello stagno, tutta imbacuccata con Matisse la mia gatta nera a guardia della mia incolumità, accoccolata a farmi le fusa sulla pancia. Era il tempo in cui delle rane erano venute solitarie ad abitarvi e ogni tanto si sentivano gracidare nonostante fosse tempo di letargo. Me ne stavo lì per un bel pò con gli occhi aperti scrutando il cielo immenso. E ogni volta mi stupivo di quante forme potesse avere una nuvola coperta di azzurro, ora un grande stivale, poi una quercia, una casetta con due bambini.
Osservavo i piccoli greggi che placidi segnavano la pioggia all'indomani e rimanevo incantata a sognare, accarezzando di tanto in tanto la mia bella gatta, finchè mia nonna ad un certo punto sbucava dall'uscio della nostra piccola casa bianca come il latte e inoltratasi sul viale mi chiamava a gran voce. Di corsa prendevo in braccio Matisse e  la seguivo verso casa. Ricordo il suo viso dolce, con le gote tonde e rosse, nascoste dietro il fazzoletto scuro, la sua postura curva e gracile come le campanule bianche all'imbrunire, la sua mano ossuta che teneva la mia, mentre sorridenti cercavamo delizie di patate da gustare vicino al camino.
Lo scoppiettio dei tizzoni ardenti segnavano quei minuti come importante rituale, poi come una chiromante toglieva dalla cenere calda le patate lasciate a cuocere lente e con un soffio toglieva via la cenere rimasta. Le sbucciava piano, perchè avevamo tutto il tempo del mondo, come se non scottassero neanche, eppure ricordo ancora il fumo fluire lento in controluce tra le sue mani. Mi raccontava della vecchia petroliera affondata durante la guerra e dell'angelo caduto, del Natale del 1943 e del mare senza fondo, poi me ne rompeva un pezzo e me lo porgeva come dorata pepita.
 Sdraiata sulla grande poltrona di vimini con le mie scarpette rosse sul camino, saggiavo concentrata quella delizia e le facevo domande e ne seguivo i lenti gesti. Matisse continuava a far fusa e fuori dalla finestra di legno potevo ammirare quel manto azzurro che si preparava a vestirsi di stelle. Si, questo è il colore del mio Natale.





PATATE AL FORNO CON PESTO E CACIOTTA DOLCE

Ingredienti:

4 grandi patate a pasta morbida
50 gr burro
10 gr di pesto genovese 
50 gr. di caciotta dolce




Prendete le patate e pulitele bene sotto il getto d'acqua aiutandovi con uno spazzolino . Poi ponetele su carta oleata per circa 40 minuti a temperatura 180° , spennellate di burro e versate nella teglia un pò d'acqua.



Quando vedete che la pasta è abbastanza morbida e la forchetta non fa resistenza, cacciatele dal forno e con un coltello segnate una croce e accennate a sbucciarle con delicatezza. Con un cucchiaino cominciate a scavare al centro fino a creare una conchetta.




Mettete a sciogliere il burro rimasto e spennellatele bene anche all'interno della conca, poi aggiungete il pesto alla genovese e pezzetti di caciotta. Infornate a 180°, dopo 15 minuti sfornate e servite ben calde.




...che sia una buonissima notte stellata....

domenica 5 dicembre 2010

Patè di pomodori secchi e mentuccia .. questioni di responsabilità

Scrivo seduta a pochi passi dal camino mentre la grande bocca di mattoni rossi sbuffa il calore e qualche stellina, fuori fa un freddo micidiale, di quello che passa dalle trame dei vestiti che ti si attacca addosso, mentre ti congela le ossa e il sangue. Chiudo gli occhi. mi godo un pò di pace, la casa come una vecchia creatura è tornata a riposarsi, il chiacchericcio e il rumore di bicchieri e posate del pranzo stra-mega-familiare è per fortuna solo un ricordo.. ci si rilassa...se proprio devo dirla tutta sono scappata come un topolino in fuga, perchè alle 14 andavo con T a pescare. Chiudere gli occhi e osservare il sole che placidamente prende commiato dal piccolo porto è uno spettacolo meraviglioso..quando sei lì in mezzo e senti l'onda che risacca sulla carena della barca ti chiedi se forse i tuoi dubbi, i tuoi mille problemi o interrogativi non sono che piccole briciole di vie di fuga, piccole dosi di idiozia...ho i miei libri sulla tavola che mi guardano corrucciati per non essere stati aperti per tutta la giornata, un grande interrogativo su quello che farò della mia vita, come sarà, che colori avrà..quattro aironi bianchi sorvolano la mia testa e virano a pelo d'acqua ..respiro aria di mare e vecchie leggende... sul molo un mastodontico cane bianco dal pelo umidiccio e bianco si lascia accarezzare, cerco nel mio zainetto rosso il fondo della  scatola di Atene, prendo un biscotto  e gli e lo porgo, con delicatezza me lo sfila dalle mani ne mangia un pezzo e corre oltre il muretto con il biscotto ancora in bocca, sparendo dalla mia vista. Con T racimoliamo le ultime cose e salutiamo il guardiano, oltrepasso la catena di ferro che chiude il porto al passaggio dei mezzi vedo il grande cane bianco seduto assieme ad un altro minuscolo e pacioccoso, mentre amorevole lo lecca e  lo riscalda. Svuoto la mia scatola di biscotti mentre il cucciolo bofonchia divertito un mezzo ululato...L'amore è nelle piccole cose, un cane che divide il suo bottino con il cucciolo suo amico, la vista del sole che tramonta e di due aironi che giocano sull'acqua, ...apro il mio libro ne annuso le pagine come un'intenditrice..ha l'odore giusto: profuma di avventura.

PATE' DI POMODORI SECCHI E MENTUCCIA


Ingredienti:

100gr di pomodori secchi
3 cucchiai d'olio evo
50 gr. di pinoli tostati
1 spicchio d'aglio
1 pò di mentuccia secca
qualche cappero


Prendete i pomodori secchi conditeli con tutti gli ingredienti e frullate ! Ricetta lampo!
I pomodori secchi che ho usato erano chiaramente biologici e avendoli fatti in casa non rimanevano per nulla salati, se li comprate già secchi lavateli più volte  in modo che si tolga tutto il sale.



 Potete utilizzare anche quelli che si trovano in commercio già confezionati, scolandoli dell'olio in eccesso. Il patè è una delizia!


PS: con questa ricetta partecipo al contest di Che Gusto Sa? "in tutte le salse" che scade l'8 Gennaio








mercoledì 24 novembre 2010

...Panbrioche al formaggio - e tristezza te ne vai che ti spingo via :D

Ho sempre avuto un rapporto conflittuale con il mio cell.
Molto spesso ha rischiato grosso e nell'ordine:

1.  di essere scaraventato sotto la metro quando nel mezzo di una telefonata importante e dell'avvicinarsi della fatidica ora dell'esame mi muore in mano perchè la sera prima non avevo spinto bene lo spinotto;
2.  di cadere in acqua quando infilato nella tasca del prendisole mi adagio placidamente a fare la sirenetta in riva al mare e mi rimbalza sugli scogli;
3.  di essere demolito pezzo pezzo quando in sede d'esame lo dimentico acceso e si mette a gracchiare e nella borsa piena di libri e cartaglie non si trova e scopro poi che ce l'avevo in tasca ;
4. di essere scaraventato sul muro quando la persona all'altro capo non sembra interessarsi che la comunicazione debba riguardare due soggetti che interagiscono e non uno solo;
5.  di essere dichiarato defunto e fatto brillare fuori il davanzale della mia finestra quando come oggi proprio non vuole squillare.





                                 INGREDIENTI:


4OO gr di farini OO
100 gr di parmigiano
1 pizzico di sale,
2 cucchiai di olio evo
2 uova
lievito di birra
1/2 tazza d'acqua tiepida
sale, sempi di papavero, origano e un filo di olio  

Prendere 100 gr di farina e mescolarla con il lievito di birra un pizzico di zucchero e acqua tiepida. Coprire con un panno umido e far lievitare al caldo per circa un'ora.
Nel frattempo sistemare a fontana la farina e con una presa di sale e metà tazza d'acqua tiepida. Impastare bene e aggiungere il formaggio grattuggiato e due uova. Unire poi all'impasto l'altro panetto lievitato, impastare bene bene e riporre sulla teglia oleata.
Fare lievitare tutto per un'altra ora metterlo nel forno già caldo a 200 ° per circa 35 minuti sopo averci distribuito uslla parte superiore origano, sale e un filo di olio evo.



                                             Esce che è una bellezza!
            


lunedì 22 novembre 2010

Formine di patate e tonno



foto presa da  qui

   Da piccola in spiaggia ci andavo con Anna, noi   come famiglia eravamo più orientati verso la scogliera trainate da mia madre che faceva pesca in apnea.


Anna aveva un intera borsa di rete fucsia a pois bianchi strapiena di tutte le formine che una bambina poteva sognare, mi incantavano tutti quei colori sgargianti tipo giostra fatata.
 Ce ne aveva di tutte le specie: la tartaruga, il cavallo, la macchinina, la teiera, il gatto ...
Ne aveva talmente tante che per un bel pò mi convinsi che Anna in realtà faceva la "degustatrice" di formine, pagata da una casa produttrice per provare la resa sulla spiaggia delle formine campione ancor prima di essere lanciate sul mercato. :)
Non ero molto brava a farci gli stampi, inettitudine dovuta probabilmente al fatto che avevo passato i primi anni della mia vita a giocare impilando sassi, ciottoli e frammenti di vetro levigati dal mare, creando piccoli paeselli abitati dalle lumachine di mare che ci scorazzavano intorno.. Gli stampi di Anna venivano su che erano una bellezza da cartolina, i miei sempre un pochetto acciaccati, un pò "zoppicanti" o perchè ci infilavo qualche conchiglietta di troppo o perchè non usavo la pressione giusta..
 
Ci ho riprovato adesso da grande, con queste formine di patate e tonno ottime per antipasto e gustosissime per via dei capperi e i sottaceti ..magari applicandomi miglioro la mano ;)....
 
 
FORMINE DI PATATE E TONNO
 
Ingredienti:
 
5 patate medie di pasta morbida,
sottaceti tagliati a pezzetti,
tonno al naturale,
capperi,
sedano,
carote

 
Lessare le patate a pezzetti dopo averle sbucciate, schiacciarle con la forchetta o con qualche altro arnese più sbrigativo [io le ho fatte con la forchetta per un pò di pigrizia e di trastullo :).
 
 
 Nel frattempo tagliare a pezzetti piccoli i sottaceti e aggiungetevi il tonno, il sedano tagliato sottile, un pò di prezzemolo e di capperi, salate e metteteci un pò di olio extra vergine d'oliva.
 
 
 
Mischiate ora il purè di patate con i sottaceti e il tonno e riempite gli stampi che più gradite riponete in frigo e consumate preferbilmente dopo almeno un 5 o 6 ore in modo che  sapori si armonizzino bene e divenga tutto più gustoso!
 
 

giovedì 18 novembre 2010

Stufato di pollo con salsina alle mele


M. la mia amica polacca mi ha insegnato che fare lo stufato di patate e metterci i fagiolini o la zucca gialla come accompagno dà un sapore esaltante.

C. la bella e rossa newyorkese mi ha confidato la sua ricetta segreta di una salsa con le mele e l'aceto balsamico.

L. mia madre salentina mi ha insegnato a cuocere gli stufati e i legumi nelle pentole di coccio per via della cremosità che ritrova la pietanza durante la cottura e l'inconfondibile fragranza. ;)

E' metà mattina e A. il nostro mitico pizzaiolo egiziano ha sfornato già qualche pizza. Dalla fessura della finestra si insinua in casa, mescolandosi all'aroma amaro del caffè, la fragranza della pizza bianca appena uscita dal forno, quella che profuma di sale e di olio.

Passa una ragazza, probabilmente austriaca, altissima e bellissima, con i suoi tacchi da 5 e corre portandosi dietro la valigetta e qualche pensiero, scappa via verso la metro mentre sgranocchia qualche pretzel. Le va addosso Flac la cocher di E. il ragazzo dell'appartamento accanto e per poco non la fa cadere. Il cane mugugna ed E. perdutamente innamorato sta pensando quanto possa costare un biglietto per Vienna dall'aereoporto più vicino.

Bè cucinare è davvero essere aperti all'altro, è multicultura, è voglia di conoscere e scambiare. :)

Ho ancora il mio caffè nella tazza fumante tra le mani e sospiro al tram tram che si prevede per me tra poche ore. Tocco la pentola di coccio è ancora tiepida di calore dalla sera prima.
Adoro sentirne il profumo. Mi fa sentire a casa.


INGREDIENTI:
4 pezzi di pollo spellato,
3 patate,
1 piccola fetta di zucca gialla,
cipolla,
alloro,
origano,
timo,
vino rosso.
per la salsa:
metà mela renetta,
il fondo di una tazza di caffè di brandy,
2 chiodi di garofano,

olio,
aceto balsamico,
1 cucchiaino di miele


Prima di cuocere nella pentola di coccio conviene che la inumidite bene in modo tale che non ci siano problemi durante la cottura. Ci versate dentro un pò di olio e della cipolla tagliata fine. Aggiungete poi a far rosolare i pezzi di pollo che avete prima messo a macerare in un battuto di timo, origano, sale iodato e vino rosso . Una volta girati da una parte e dall'altra, aggiungete i tocchetti di patate che avete già tagliato e dopo qualche minuto i pezzetti di zucca gialla. Aggiungere un pizzico di sale un rametto di origano e 2 foglie di alloro.


Nel frattempo prendete una padella a fondo alto e mettete a rosolare della cipolla tagliata sottilissima con un goccio di olio.
Tagliate a tocchetti sottili una metà di mela renetta e aggiungetela rimestando bene. Sistemate con due cucchiai d'acqua, il fondo di una tazzina di caffè di brandy e 2 chiodi di garofano.
Vedrete che pian piano le fette di mela si sciolgono



Allora aggiungete un goccio di aceto balsamico e un cucchiaino di miele e continuate a rimestare finchè non si asciuga e si scioglie, aiutandovi con il mestolo.
Togliete il pollo dallo stufato e aggiungetevi un pò di salsina nella parte superiore accompagnandolo alle patate stufate!

mercoledì 17 novembre 2010

Fagottini di zucca gialla e semi di papavero...

Sono mancata dalla città per qualche mese, ci ripasso ora per sistemare alcuni irrisolti della mia vita e mi accorgo che il quartiere piccolo, metodico e familiare in cui sono cresciuta da universitaria si è totalmente modificato. Sergio il cornettaio ha chiuso o è partito ha lasciato in gestione il baretto ad una famiglia calabrese che i cappuccini non li fa proprio schiumosi, vanno più sul liquido ma i cornetti sono da incanto fragranti al punto giusto, cottura impeccabile e buonissiiimi.

Insomma ritornata mi sento un pò più vecchia, forse però meno confusa. La secolare Upim, a vedetta della grande e trafficata strada, l'ho trovata molto più PoP di prima e con mia lieta sorpresa, ho potuto gustare un ottimo espressino sfogliando un libro della Feltrinelli, seduta su una forse poco comoda ma tanto simpatica grande poltrona in cartone ondulato e riciclato. Tutto a due passi dalla mia piccola casa!


Insomma fatto sta che sfoglia qui e sfoglia là mi è capitata tra le mani una ricetta davvero deliziosa a cui ho apportato un pò di modifiche e arrivata a casa l'ho subito provata e ora ve lo posto ;)!




INGREDIENTI:

1fetta di zucca gialla,
1 mezza tazza di piselli verdi fini,
6 nodini a pezzetti,
un pò di cipolla,
1 tazza piccola di brodo vegetale,
2 cucchiaini di semi di papavero,
1 tuorlo d'uovo da spennellare,
250 gr di pasta briseè tirata a sfoglia


Far soffriggere con olio extra vergine d'oliva la cipolla in una padella a fondo alto, aggiungendoci due cucchiai d'acqua e poi la zucca tagliata a tocchetti e i piselli verdi.
Rimestare versandoci la tazza di brodo vegetale già preparato, finchè non si asciuga un pò.



Tagliare la sfoglia di pasta briseè in quadrati ( ho usato per ovvia e meschina pigrizia accompagnata al fatto che qui fa un freddo tremendo la sfoglia che si trova nei supermercati ma la si può fare semplicemente a casa non è tanto difficile dovete solo usare tutte le cose fredde fredde!) .



Una volta fatti i quadrati e raffreddato il composto aggiungercelo e richiudere come in foto usando la pressione sui lembi esterni in modo che rimangano nella cottura belli chiusi.
Adagiare sulla teglia, spennellarli con battuto di uovo e spargere sopra un pò di semi di papavero ( parte divertentissima). A forno bello caldo per 15 minuti !





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