lunedì 28 febbraio 2011

Torta al cioccolato di Silvia P.....dolci risvegli...

Sono partita inforcando due cambi veloci nella piccola borsa da palestra, cappello tirato finchè scendeva, a coprirmi dal freddo intenso e dalle folate gelide che imperversavano alle sei del mattino. Sono partita in fretta per passare un we dalla mia storica amica, compagna di traversie universitare e non solo, fidata confidente e speciale amica R trapiantata nella città dei gigli. Guardavo i binari scivolare via, scaraventati dietro insieme ai miei pensieri, legati alle incertezze e alle domande sulla mia vita, sul colore del mio futuro. Ho circa sei ore di treno alle mie spalle, sei ore fino alla grande città per poi ripartire veloce e sentire ancora i grandi ulivi abbaiare alle mie spalle. E' Domenica mattina, il sabato alle nostre spalle ci ha lasciato due leggere occhiaie e tanta voglia di trastullarci ancora nel letto, al caldo, con le coperte fin sopra al mento. Un sottile raggio di sole spavaldo si fa largo dalla finestra dietro di me, si allunga e si stiracchia, accarezzandomi timidamente la guancia ancora intorpidita dal buon sonno. Quello classico dopo una giornata a camminare e stupirmi percorrendo viuzze nuove e palazzi incantati, quello che ti seduce dopo una serata di aperitivi accompagnati dai graziosi solfeggi delle puppini sister's e vaghi giri notturni tra chiacchere e racconti. Con fatica colossale cerco di aprire gli occhi, ma cocciuti non mi rispondono. La stanza di R fiancheggia la piccola e colorata cucina. Sento passi leggeri e movimenti sicuri armeggiare con mestoli e terrine. Sento profumi di limoni e di dolci prelibatezze a pochi metri dal mio letto. Cerco a tentoni il mio cellulare sulle coperte che mi immergono, ricordo di averlo usato e riposto alla meglio non lontano da me, lo trovo, segna le dieci e mezza, mattina inoltrata. Note di cioccolato si intrufolano nella stanza e mi solleticano il naso,  c'è odore di vanigliati segreti, custoditi nel quaderno prezioso di Silvia P. coinquilina di R. e di risvegli dolci dolci come questa torta al cioccolato che sembrano una visione, accarezzata da un dolce strato di zucchero a velo e di ricette sussurrate..

Torta al Cioccolato di Silvia P.




INGREDIENTI:

150 gr di burro;
125 gr. di zucchero a velo;
4 uova;
200gr di cioccolato fondente;
1 c.no di fecola di patate


Imburrare la tortiera e spolverizzarla di pangrattato e metterla in frigo. Sciogliere il burro e il cioccolato fondente. Montare i rossi d'uovo con lo zucchero a velo e aggiungere piano il cioccolato fuso, il cucchiaio di fecola e i bianchi montati a neve.


Versare poi il tutto e cuocere a forno moderato 180°  o 200°, a seconda del forno,per 25 o 30 minuti. Il dolce non deve cuocere molto per non perdere la sua caratteristica morbidezza! Ora non resta che spolverizzarlo di zucchero a  velo e farla raffreddare per poi toglierla dalla teglia e servire tra gli occhi in trepida attesa dei commensali ! E vi assicuro che noi ci siamo dovute trattenere per non tuffarci sopra !:)

Arrancando guidata dal mio naso come un bravissimo segugio ho seguito concentrata quelle note di cioccolato e zucchero a velo e la vedo lì appena sfornata al ancora fumante al riverbero della luce, mi risveglio in contemplazione di questo fantastico dolce. Così affascinata, imploro Silvia di farmi sbirciare nel suo quaderno di ricette, per postare questa meraviglia nel mio blog
Mai colazione è stata così dolce..
baci fiorentini a tutti ;)

martedì 22 febbraio 2011

Il liquore d'alloro e vecchi merletti....

Un film davvero carino, vecchio vecchio ma intramontabile, recita: arsenico e vecchi merletti.
Ora il titolo non l ho pensato perchè questo alloro avvelena, tutt'altro, anzi lo consiglio perchè è buonissimo..mi è invece venuto in mente per via dei merletti .
Quando sono incavolata o agitata per qualcosa, qualcosa di importante dico, rovisto, rovisto e metto in ordine, nella mia stanza  nei miei pensieri. Ebbene si ora potrebbe sembrare strano, da parte mia che sono una disordinata cronica, che se non c'è casino sembra che non sia contenta, che se per caso nella mia stanza entrano i ladri devono prima mettere in ordine per capire come muoversi. Ma in realtà quando ho brutti pensieri che frullano come un macinino inceppato nella mia testa, comincio a darmi al respira e agisci, qui ed ora. Probabilmente perchè ho bisogno di cominciare da qualche parte, trovare un angolo che segni il mio inizio, cercare tra oggetti e polvere tracce dei miei pensieri e delle possibili risposte. Sembra che sia entrata nell'età adulta che soppesi con più maestria comportamenti che prima assumevano colorazioni più neutre non da essere problematizzate. Così presa dal vortice ho rovistato nel grande baule della nonna in soffitta, cercando tracce di  antichi gesti e frettolose parole sotto il guizzo dell'unicinetto fermo e mobile tra le nodose dita. La polvere al sole riluce, come frammenti di madreperla sottile, se non sbaglio era Calvino a dire che ciò che per alcuni è polvere per altri è vita. La serratura di ferro cede e c'è un profumo di cotoni preservati e antichi disegni sussurrati, di sguardi che "rubavano" insegnamenti, più veloci e scaltri della parola, di larghe sottane e grembiuli bianchi dal profumo di talco. Cominciare da una maglia e percorrerne a raggiera i lembi, creando colli merlettati laddove era un ammasso di filo disordinato, cambiare punto di vista, saltellare nell'irrazionale che a volte può essere più razionale del suo opposto, cercare tra le trame di fili sapientemente mescolati una tua traccia e sentirne lo spessore sotto i tuoi polpastrelli, avere il coraggio di seguirla, sentire sotto le tue narici il profumo che lascia l'amido al suo passaggio, sorridere al vecchio gatto della vicina e impilare quelle meraviglie, tra lenzuoli, coperte, centri e centrini , ogni colore per un pensiero: rosa, azzurro, bianco, beige e farli esplodere tutti insieme nella bassa volta a vetri, che si affaccia al cielo de primo mattino ed accorgersi che sono gli stessi colori dell'alba, tutti in una volta sola.

LIQUORE D'ALLORO


INGREDIENTI:

25 foglie di alloro biologico
1 litro di alcool
1 litro di acqua 
500 gr. di zucchero



Si mettono in infusione per almeno 10-15 gg nell'alcool al buio.
Passati i quali si filtra e si mescola con lo sciroppo ottenuto portando in ebollizione l'acqua e lo zucchero.
Il filtro che uso è tipo cotone garza. La bottiglia se è di vetro chiaro è più bella perchè se ne può ammirare il bel colore, sembra distillato di clorofilla! Attenzione però a non farle vedere il sole perchè altrimenti vi accorgerete che il bel colore verde sgargiante, lascia il posto ad uno marroncino e meno entusiasmante, anche se il sapore sarà ottimo lo stesso.
 E' un ottimo digestivo e il suo profumo di alloro vi avvolgerà,  da mangiare con un pezzetto di pasticciotto o dei cioccolatini di caffè amaro, delizioso break per scacciare i brutti pensieri, il resto poi lo faranno le vostre migliori amiche che per fortuna il tempo passa ma loro ci sono sempre !


domenica 20 febbraio 2011

"La fritta" PAPARINA E OLIVE NERE.....passaggio nei campi


monet-campo di papaveri

I papaveri mi hanno sempre affascinato, sembrano delle ballerine vestite di tulle rosso che roteano il loro elegante corpo al muoversi capriccioso del vento. Mia nonna da piccolina mi prendeva per mano e ci inoltravamo nel grande giardino, retrostante la piccola villetta al mare che a primavera si riempiva di margherite e papaveri rossi, così immerse da quei colori, ci sedevamo sulle due seggioline e lei mi insegnava a far domande ai fiori  e a chiederli per giocare di ballare.
Si prende un papavero con delicatezza, si piegano piano i petali all'esterno e lo si fa danzare con il bel tutù rosso, girando lo stelo tra le mani.
Adoro guardarli i papaveri, mi sembrano animati, come piccole creature mimetizzate che ad una girata d'occhio, scendono dal loro stelo e saltellano, danzano, chiaccherano senza essere visti. Ancora adesso passare in mezzo ad un campo mi emoziona, per la scoperta che ne sottende, l'avventura sussurrata di trovare fragili orchidee selvatiche, danzatrici provette o divine veggenti a cui chiedere del proprio amato. Cosa sarebbero i prati e le campagne senza il colore di questi caldi baci rossi  ?

LA FRITTA ( PAPARINA CON OLIVE NERE )



INGREDIENTI:

200 gr di paparina,
un pò di olive nere
aglio
sale 
cipolla se se ne vuole
olio evo


E' un piatto tipico delle mie parti, come credo di tutto il meridione, non so bene perchè in dialetto venga chiamata la fritta probabilmente perchè è buona come se fosse fritta, è un piattoc he anche se è solo di verdura appancia molto.La paparina, viene chiamata anche papaverina e  sarebbe la pianta del papavero colta nei mesi che vanno da novembre a febbraio quando ancora è giovane e i papaveri non sono fioriti.   E' una ricetta veloce e buonissima, si soffrigge in olio extra vergine d'oliva l'aglio e la cipolla, poi si aggiunge al soffritto la verdura cruda e la si allunga con due tazze di acqua , si aggiusta di sale e si lascia cuocere. Pochi minuti prima di spegnere si aggiungono le olive nere e si mescola bene. La paparina diventa al palato morbidissima e soffice e il profumo avvolgente delle sue foglie e delle olive nere è qualcosa di indimenticabile!



Stesi su un prato a faccia in sù, coperti  completamente dai fiori, ammirerete un cielo bellissimo dalle sfumature d'incanto, poi il rintocco di una campana lontana  e si apre una porta su un'altro mondo, silenzioso e schivo, che ha suoni e colori propri..

Con questa ricetta partecipo al contest per bene di sunflowers, legato al progetto illa-ape onlus per il sostegno alle donne colpite da endometriosi, si tratta di proporre ricette in linea con un'alimentazione sana, senza grassi saturi o carne rossa, più informazioni le leggerete cliccando sul link di seguito. Ho scelto questo tipo di ricetta, perchè è legata alle donne, erano le donne a raccogliere le erbe selvatiche per farne gustosi piatti e perchè la base è quanto mai povera, olio extravergine d'oliva e verdura, nonostante possa essere pensatoc ome contorno appancia molto con il suo gradevole profumo e gusto.

martedì 15 febbraio 2011

Scorzette d'arancia candite .... notte bianca come zucchero cristallizzato

Ieri era notte tardi e leggevo il mastino dei Baskerville di Arthur Conan Doyle, comprato dalla libreria della grande città a poco meno di un euro, leggevo del povero Baskerville e della sua notte nella brughiera, nella sua grande casa, a guardare quel cancello, oltrepassato il quale rimaneva la paura e la notte fuori, con quei suoi rumori e le sue creature strane. Non so se fosse così anche per Baskerville ma qui la notte ha dei colori inaspettati, ogni sera è diversa. Così, ho riposto il libro tra mille altri disordini, messi in bella mostra di sè sul comodino e mi sono precipitata fuori a vedere un pò oggi com'era.E ti stupisci. affacciandoti dal porticato a sbirciare da sotto agli archi, vedere quale piega prende, di che colori l'imbrunire si veste, come una donna capricciosa o come una misteriosa cartomante. A volte il cielo diventa giallo arancio, sotto le luci dei lampioni che illuminano le stradine piccole e deserte, a volte, invece, è notte scura di velluto blu con qualche schizzo di vermiglio, altre ancora di seta nera con il fruscio delle pieghe che fa il vento passando dalle fronde dei giganteschi alberi della villa abbandonata. Ieri notte, era stupenda, era bianca, con una coltre umida che accarezzava le superfici al suo passaggio, lasciando una patina di cristalli al loro posto, come un trasparente scialle di pizzo bianco, come lacrime appese a mezz'aria. Mi sono rannicchiata sul mio scalino preferito a gustarmi quell'incanto, non si vedeva ad un palmo dal proprio naso, piccole nenie ritornavano alle mie orecchie cantate da uccelli lontani e qualche miagolio d'invito di un gatto che ostinato cantava il suo struggimento. Mai vista un'opera d'arte così bella, sembrava un dipinto di caseina su tela, sembrava polvere di zucchero cristallizzato d'arancia...

SCORZETTE D'ARANCIA CANDITE 


INGREDIENTI:

bucce d'arancia biologica
zucchero
acqua

Prendete le bucce di arancia e tagliatele a losanghe, a piccoli spicchi di luna, lavatele bene e mettetele a bagno per due giorni, con cambio di acqua frequente.
Sistemarle in una pentola coprirle d'acqua e fatele bollire, quindi scolatele bene e pesatele.


Tanto è il peso delle scorzette tanto ne vorranno di zucchero (esempio 200 gr di scorzette, 200 gr di zucchero).  Si prende un apentola si sistemano le scorzette sul fondo e si versa lo zucchero sopra, avendo cura di lasciarle riposare così senza cottura per 30 minuti o più . Questa operazione farà si che per il principio dell'osmosi lo zucchero tiri via dalle scorzette l'acqua e non ci sarà bisogno di aggiungerla.
Passati i trenta minuti accendiamo la fiamma, fiamma bassa e cuociamo lentamente, rimestiamo delicatamente in modo che le scorzette non si appiccichino sul fondo della pentola, cuociamo ancora finchè l'acqua non si asciuga. Quando lo sciroppo non si è ancora tutto  asciugato spegnere e rimestare in continuazione ma dolcemente finchè non si asciuga a con il calore incamerato.




la luna a volte come ieri notte può essere abbagliante, quasi da socchiudere le palpebre per la luce che emanava, non mi stupirei se ieri notte quel gatto innamorato alla sua amata avesse portato un fiore di scorzette d'arancia candite...

Partecipo al contest della banda:





e al contest di Cinzia :
ilricettariodicinzia

venerdì 11 febbraio 2011

Maccheroni alla Tanto per........questione di poltrone e relax e di ricette sussurrate da Valep

Ehm Ehm ... questa ricetta nasce da uno stato di rosico frammisto a disperazione convulsa. Ora, avevo aperto fischiettando il mio account faccialibro e m'ero messa a curiosare tra le faccende di noi altre foodblogger alle prese con mille vite parallele,  subito la mia attenzione è stata catalizzata dallo status di Tantoper che raccontava di un meraviglioso momento relax della cara valep sulla sua comodissima poltrona a mangiare un delizioso piatto di pasta con un pò di respiro e di pace dopo un lungo periodo di tran tran.. ora lo status lo leggo in una giornata in cui lo stress era alle stelle, mi ero da circa due minuti accorta che, con non so quale arcano superpotere, ero riuscita a cancellare, inesorabilmente, un file importante al pc del lavoro (aiuuuuutttttooooo), nessuno dei miei amici sembrava raggiungibile, neanche per una consulenza in linea telefonica, l'uff. si era riempito di gente (che non si sa da dove era spuntata fuori poi, quando di solito è tutto placido e calmo) tutti poi impazziti e ansiogeni, mi si era presentato davanti il capoccia che cercava quel file, a cui cercato di sfoderare il miglior sorriso di chi ha tutto sotto controllo della mia precaria vita....ora capirete che leggendo lo status di Vale non potevo starmene lì a guardare, lei m'avrebbe dato la soluzione al mio rompicapo..era lei a detenere la ricetta per la mia salubrità.....così ho fatto i salti mortali e schivando le occhiate del mio capoccia, sono riuscita a comunicare con la cara Valep e le ho estorto la mitica ricetta.. ho apportato una o due modifiche adattandomi al mio frigo piangente e in effetti ha funzionato.....

MACCHERONI ALLA TANTO PER


70 gr di orecchiette maccheroni di grano duro 
2 o 3 cime di cavoli  broccoletti
1 pezzo di prosciutto crudo stagionato ( reminiscenza natalizia)
1 cucchiaio di formaggio metà tazzina di pangrattato
cipolla
aglio
sale
olio evo

PREMESSA: La ricetta originale prevedeva le orecchiette ma avevo solo i maccheroni di grano duro, prevedeva anche  i cavoli  e il parmigiano ma, inutile dirlo, il mio frigo ormai in depressione ne era sprovvisto, perciò l'ho riadattata a broccoletti siciliani e pangrattato scrocchiarello.
Allora per prima cosa se avete un marito trovategli qualcosa da fare tipo un convegno o giù di lì e la piccola peste la mettete a letto che la ricetta se no non funziona, è una ricetta pro relax, io da parte mia ho dato il pupo ad Ari il mio cane che si crede lord e l'ho lasciato fuori a scodinzolare ed ammiccare ad una avvenente setterina che passava di qua.
Detto questo: preparare il soffritto con aglio e olio extra vergine d'oliva, metterci quando comincia a riscaldarsi il pangrattato fare tostare un pò e toglierlo dalla padella, metterlo su un piatto. Tagliare i broccoletti a pezzetti piccoli e bollirli in acqua e sale, scolarli una volta cotti ma non troppo e metterli in  una padella in cui avremmo già soffritto con un goccio di olio, cipolla tagliata sottile sottile e pezzetti di prosciutto crudo tagliato a tocchetti e un pizzico di peperoncino secco dal sapore vivace, rimestare e spegnere. Nella stessa acqua di cottura dei broccoletti cucinare la pasta, scolare e versare in padella alzando la fiamma e far mantecare.
Solo all'ultimo aggiungere il pangrattato bello scrocchiarello,come direbbe il mio adorabile zio, sopra il piatto.





Ma affinchè la ricetta abbia l'effetto sperato dovete trovare un posto di pieno relax per la vostra mente nella vostra casa, io l'ho gustata sotto il porticato, sulle mie comode e retrò poltrone di vimini, coccolata dal tiepido sole invernale..

PS: Alla fine il file sono riuscita a riesumarlo grazie ad un team di pazienti amici! E dopo due ore di scongiuri e ricerche convulse! Fiuuuuuuuuuuuuuuuuuu...........................salva per miracolo.

Con questa ricetta partecipo al contest

TESTE DI RAPA




e al Contest MA SEI PROPRIO UN BROCCOLO?


Il contest de Il Gamberetto




Scade il 31 marzo

mercoledì 9 febbraio 2011

Vellutata di fave e finocchi con polpette di magro.... il sole mentitore..

Il tempo si sta calmando, il sole a volte fa capolino e ti sussurra dolci pensieri, come tirar fuori dall'armadio i vestiti un pò più leggeri e riporre sciarpe, sciarponi e maglioni. Poi magari lo fai , come è successo a me, e ti rendi conto che non è molto sensato riporre tutti i maglioni pesanti, che la sera c'è un freddo che ti gela e che se siamo a Febbraio ed è considerato ancora inverno, bè, ci sarà un motivo. Così quando sei andata al lavoro, indossando una camiciola di cotone e un gilet di misto lana e senti le tue braccia diventare piano stallattiti, capisci subito perchè, ti comincia a tamburellare in testa il pensiero che magari qualche maglione va ripreso, sempre ammesso che riesci a sopravvivere all'ipotermia.
Arrivo a casa attraversando un paese che dorme, rintanato in casa, immerso da una nebbia sottile di umidità che si condensa ad un metro da terra, mentre un venticello tremendo e gelido mi gela ad ogni passo. I camini sono ancora accesi, si nota da ogni casa lo sfumacchiare costante della cappa fumaria. Con i miei tacchi gelati macino strada, come una maratoneta con notebook e libri al seguito. Ari neanche esce a farmi le feste, mi guarda da dietro la porta col suo pupo in bocca, sbadiglia, fa troppo freddo, mi ci vuole un'ora a girare la chiave per le mani contratte, alla fine ci riesco e un sottile tepore mi parla di vellutata calda accompagnata da adorabili polpettine di vitello fragranti..

VELLUTATA DI FAVE E FINOCCHI CON POLPETTE DI MAGRO


INGREDIENTI:

(per vellutata)
200 gr  di fave verdi,
200 gr di finocchi,
100 gr di zucca gialla,
2 patate,
1 cipolla,
2 carote a pezzi,
sedano,
salvia e timo,
sale
olio evo
formaggio

(per polpettine)
200 gr di macinato di magro,
1 uovo,
1 tazzina di pangrattato,
aglio,
un ciuffo di prezzemolo,
buccia di limone grattugiata,
sale,
olio evo,
2 cucchiai di parmigiano

La ricetta è semplicissima si soffrigge nell'olio la cipolla intera tagliata a pezzetti poi di seguito si aggiungono: i tocchetti di patate e di finocchi, le fave, le due carote e tagliate il sedano e zucca gialla. Si allunga con acqua calda e solo a pochi minuti dalla fine si aggiunge la salvia frantumata e il timo.


Nel frattempo che  la vellutata, si cuoce in una scodella si mischia il tritato di carne con l'uovo, il formaggio, quattro cucchiai di pangrattato, l'aglio triturato, la buccia di limone, il sale. Se l'impasto è troppo molle aggiungere del pangrattato, se troppo duro basterà un cucchiaio di latte. Fare delle polpettine piccole, aiutandosi con le mani e passarle su un letto di pangrattato. Soffriggerle in olio caldo.
Se cuocete in olio extra vergine d'oliva alla temperatura giusta non avrete neanche bisogno di farle asciugare su carta assorbente e la frittura sarà perfetta!



Passate al mix la vellutata una volta raffreddata e servite calda con un pò di formaggio assieme alle polpette da inzuppare o gustare una appresso all'altra ...poi riorganizzatevi l'armadio e tirate fuori qualche maglione invernale e riponete la camicia carinissima ma troppo leggera   ;)

PS: Il bicchierozzo è di Primitivo!

Con questo post partecipo al contest di Minù:


sabato 5 febbraio 2011

Pitta rustica in cocotte .....un pomeriggio al mare..

Ho passato il pomeriggio sulla spiaggia, il mare d'inverno è pensieroso. Sono tornata da pochi giorni e ancora dopo anni mi sorprendo a rimuginare sullo stesso pensiero, sembra un luogo il cui tempo è destinato a non cambiare. E' come se oltrepassato un confine, invisibile ai più, si entrasse in un'altra dimensione, in cui il tempo acquista una gradazione differente e lo spazio diventa immenso, essenziale, dipinto di verde e argento e di roccia bianca che risale sulla terra rossa.
Ho portato anche Ari con me, c'ha provato a restare buono ma alla vista del gabbiano che planava a pelo d'acqua non c'è stato verso di fermarlo, ha voluto provarci pure lui. Morale della favola Ari si è completamente bagnato e di rimando anche io perchè il cane non smetteva di saltarmi addosso per la contentezza. Ho scritto sulla sabbia, come non facevo da tempo, ho scritto qualche desiderio a pelo d'acqua e ho tirato sassi bianchi sottili per siglarne il patto, ho seguito un sentiero di conchiglie anche se tortuose che mi ha portato fino ad una meravigliosa stella marina rossiccia. 


PITTA RUSTICA IN COCOTTE



INGREDIENTI:

300 gr di patate lesse
olio evo
1 uovo
aglio
prezzemolo
1 piattino di verze lesse
sottilette o formaggio fondente
pangrattato
120 gr mortadella o prosciutto cotto

Schiacciate le patate e amalgamatele all'aglio tritato, un goccio di olio   al prezzemolo a pezzetti e uovo sbattuto lavorare bene, in modo che l'impasto sia ben elastico, aggiungere un pò di sale . Bagnare la cocotte prima e levarne l'eccedenza oppure ungerla con un pò di olio, sistemare un primo disco di pasta di patate alto 1 o 2 cm sul fondo della cocotte, come base, aggiungere poi una fetta di mortadella. Nel ftattempo tagliare la verza e condirla con formaggio grattugiato, tagliare a pezzetti sottili e aggiungerli nella cocotte, schiacciando bene con la forchetta ,coprire con una sottiletta e con un'altro disco di pasta di patate e spolverare di pangrattato. Infornare e servire tiepida.


La pitta rustica è uscita meravigliosa, ogni boccone per la bontà fa chiudere gli occhi e pensare.. a dire il vero con una pitta così e con quel profumo che esce dalla teglia calda, pensi che in effetti non è cambiato niente, quei profumi e il gusto caldo e avvolgente della tua terra, il tempo è rallentato ma io scappo impertinente tra questa e l'altra dimensione, più frenetica, rammendando fragili equilibri di sorrisi...

Con questo post partecipo al contest di dolci a gogo Tutto in cocotte, c'è tempo fino al 23 Febbraio !


ilricettariodicinzia

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